MOTOESTATE, DAL FANGO DELL’ENDURO, ALL’ASFALTO BOLLENTE DEL MES: EDOARDO BOCCELLARI SI RACCONTA.

Il MotoEstate, il campionato più longevo d’Italia ha inaugurato una nuova rubrica denominata: Lente di Ingrandimento. L’obbiettivo è quello di andare alla scoperta delle persone e dei piloti che compongono il paddock del MES. Il primo protagonista è Edoardo Boccellari: giovane pilota della Race Attack 600 che al Cremona Circuit si è laureato campione 2021 nella categoria Rookies.

All’esordio assoluto in un campionato su pista, Edoardo è stato autore di una stagione in continuo crescendo: “ho avuto modo di iniziare la mia avventura in pista abbastanza tardi a 18 anni– spiega Edoardo – ma le due ruote sono sempre state la mia vita. La passione è nata grazie a papà, anche lui un rider in sella alla sua Ducati 996, ed è stata poi coltivata nel corso degli anni prima guardando le gare MotoGP in tivù e poi in prima persona”.

Gli inizi per Edoardo #21, sono stati come per molti tra il fango dell’enduro: là dove si forgiano carattere e abilità tecniche. “L’Enduro mi ha permesso di fare ciò che più mi appassionava e divertiva. Ripercorrendo il mio percorso fuoristrada, posso però dire con certezza che mi ha preparato al massimo per la pista. Sensibilità sulla moto e spensieratezza mi hanno permesso di spingere fin da subito al massimo la mia CBR600”.

Dal fango, all’asfalto: una scelta dettata dall’ambizione. “sì – racconta Edoardo – il passaggio dal fuori strada alla pista è stata dettata della mia passione e voglia di misurarmi con la velocità in pista. La scelta del MotoEstate è stata poi una conseguenza quasi ovvia: stiamo parlando di un campionato propedeutico di altissimo livello, che ti permette di misurarti con ottimi piloti a costi limitati”.

Ambizione e talento: a Varano hai vissuto la tua primissima volta e da quel momento una crescita continua: “il week end di Varano è stato incredibile. Per un esordiente, la prima partenza è il vero momento topico. Ti si annebbia la vista, il respiro si fa sempre più veloce. Si entra in uno stato di alienazione. Forse è solo concentrazione o shock, è difficile da spiegare a parole. Sicuramente gli anni di fuoristrada mi hanno aiutato: alla prima curva ne avevo già messi dietro sei. Inutile dire che ho iniziato a prendere coscienza di ciò che stava accadendo solo dopo quattro o cinque tornate: stavo davvero coronando il mio sogno.

Ambizione, talento e soprattutto resilienza, una parola che oggi va molto di moda. Correre in moto è un bel concentrato di queste tre caratteristiche, soprattutto quando non si hanno supporti economici importanti. “l’aspetto economico è fondamentale nel motociclismo e grazie a Dio esistono campionati come il MES. Anche in questo caso è comunque complesso, soprattutto quando non puoi permetterti di preparare la moto e devi correre con tutti i pezzi di serie. Devo dire grazie soprattutto ai miei genitori, sempre presenti e al team eccezionale con cui corro: sono sempre pronti a sostenermi. Aver terminato la stagione primo dei Rookies e a soli due punti dalla top ten assoluta, dietro a un grande come Simone Campanini, mi rende per questo ancora più orgoglioso di quanto fatto: siamo sulla giusta strada”.

Se è vero che il motociclismo chiede molto, è però altrettanto vero che restituisce in egual misura: soprattutto in termini di emozioni e relazioni. “Questo è ancora più vero in un paddock come quello del MES – racconta Edo – Qui ho conosciuto amici veri, che poi in pista si trasformavano in “avversari”. Talenti come Lorenzo Voch, a mio avviso il migliore della categoria, mi hanno da subito accolto e consigliato. Sono cresciuto anche grazie a loro”.

La stagione 2021 si è conclusa a Cremona ed è ora tempo per Edoardo di tornare a scuola (ITIS Meccanica, che combinazione) e “fuori-strada”. “Ora tocca preparare la stagione 2022 con un po’ di enduro. E studiare abbastanza per prendere la maturità. L’obbiettivo è quello di correre ancora nel MES e continuare a migliorare”. E se quest’anno è stato solo l’antipasto: nel 2022 ne vedremo delle belle.